Seguici su
Cerca

"Il mio nome è tempesta" Il delitto MATTEOTTI di Carmen Sepede

Pubblicato il 17 marzo 2023 • Cultura , Politica , TeatroCorso Risorgimento, 221, 86170 Isernia IS, Italia

Ingresso 15 Euro. Biglietti in prevendita sul sito www.ciaotickets.com e negli esercizi commerciali convenzionati con Ciaotickets.

SINOSSI

Ci sono eventi che cambiano profondamente la storia. Eventi per i quali c’è un prima e c’è un dopo. Il delitto Matteotti è uno di questi. Una delle pagine più drammatiche e significative della storia del nostro Paese. Il 10 giugno 1924 il deputato del Partito socialista unitario Giacomo Matteotti, “Tempesta”, come veniva chiamato per il suo carattere irruento e coraggioso, fu rapito a Roma e ucciso da un gruppo di squadristi fascisti, guidati da Amerigo Dumini. Il suo corpo, sepolto frettolosamente, fu ritrovato solo due mesi dopo, in un bosco alla periferia di Roma. Appena dieci giorni prima del rapimento, il 30 maggio 1924, nel suo celebre intervento alla Camera dei Deputati, Matteotti aveva attaccato duramente Benito Mussolini, denunciando i brogli elettorali, le intimidazioni e i pestaggi che avevano caratterizzato le votazioni del 6 aprile 1924, che avevano portato al potere il Partito fascista, arrivando a chiedere l’annullamento delle votazioni. Una sfida diretta al Duce, che era rimasto ad ascoltarlo con sguardo truce nell’aula di Montecitorio senza pronunciare una parola. “Il mio discorso l’ho fatto – le parole che Matteotti rivolse ai compagni di partito al termine dell’intervento – Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Parole che, rilette oggi, suonano come una profezia. Matteotti sapeva di rischiare la morte? In maniera parallela all’attività politica, da giornalista, il deputato aveva denunciato una vicenda ancora più scottante: le presunte tangenti pagate dalla compagnia americana Sinclair Oil per ottenere la concessione delle trivellazioni petrolifere in Italia. Vicenda che, secondo accertamenti e ricostruzioni accurate, chiamava in causa il fratello del Duce Arnaldo Mussolini e, secondo alcuni storici, anche il Re Vittorio Emanuele III. Una storia pericolosa che Matteotti aveva ricostruito in un articolo indirizzato alla rivista ‘English Life’ e della quale aveva parlato con la moglie, la poetessa Velia Titta, salutandola pochi minuti prima del rapimento. Un dramma e un giallo, quello ricostruito nello spettacolo teatrale “Il mio nome è tempesta. Il delitto Matteotti”, scritto dalla giornalista Carmen Sepede, diretto da un regista di fama nazionale come Emanuele Gamba e portato in scena dalla Compagnia Act di Campobasso.