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Le Confraternite Isernine

Ultima modifica 25 marzo 2022

di Mauro Gioielli - www.maurogioielli.net

Articolo pubblicato nel settimanale «EXTRA», anno XVI, n. 14, sabato 11 aprile 2009, pp. 17-18

Una storia organica e completa delle confraternite [1] isernine non è stata ancora tracciata. Le fonti bibliografiche consultate riportano perlopiù notizie brevi e generiche, acriticamente replicate da una pubblicazione all’altra, senza sostanziali approfondimenti. Nuovi contributi alla conoscenza delle congregazioni laicali di Isernia potrebbero venire dalle documentazioni archivistiche, che già in passato sono risultate fondamentali.

La pia unione più remota sembrerebbe essere la Fraterna [2], risalente al XIII secolo. Nel 1986 è stata ricostituita in associazione, poi convertita in Confraternita “La Fraterna” il 26 maggio 1996 [3].

Un elenco di Congregazioni isernine fu incluso in una monografia scritta nel 1858 da Stefano Jadopi [4]: «S. Antonio da Padova, nella Chiesa S. Francesco dei già Conventuali, come il Vadingo negli Annali di detta religione: “Adiunctum huic Eccelsiae anno 1450 Sacellum Divi Antonii adeo templum, ut integrae Ecclesiae adeguatae mensurum et numerosae, serviat Iserniensium sodalitati”. [...]

Il SS. Rosario fu istituito nel 1600 accosto la Chiesa di S. Croce dei già P.P. Domenicani, fusa nell’antica Frateria dei Battenti, ed oggi nella Chiesa stessa dei già soppressi P.P.

S. Maria del Suffragio [5], o Purgatorio, eretta nell’antica Chiesa di S. Elena [...] con bolla del Vescovo Terzi 20 Ottobre 1712.

Sette Dolori [6], nella Cattedrale, con bolla del Vescovo de Leone dei 29 Gennaio 1723; ne rimane semplice memoria.

SS.mo Sacramento, attualmente per decreto dello Ottobre 1840 nell’antica Sacristia e Chiesa S. Chiara.

S. Nicandro Martire e Celestino Pontefice, per decreto 3 Gennaio 1838, in quella sopraccennata [chiesa] di S. Francesco e nell’altra di S. Pier Celestino».

Analoghe notizie si rilevano anche dalla Storia d’Isernia di Antonio M. Mattei. L’autore menziona in modo generico le «Confraternite di S. Antonio, del Rosario e del Purgatorio (S. Maria del Suffragio)» [7], accennando pure alla Confraternita del Corpo di Cristo con sede in Cattedrale [8]. Quella di «S. Maria del Suffragio – aggiunge Mattei – risulta fondata nel sec. XVII nella chiesa di S. Elena (comunemente detta del Purgatorio), ma definitivamente approvata da Mons. Biagio Terzi il 20 ottobre 1712; per decreto del Vescovo Merola venne poi trasferita in S. Maria delle Monache» [9].

Lo stesso Mattei riporta anche informazioni relative alla Confraternita del SS. Sacramento, che «fu approvata dal Ministero regio degli affari religiosi di Napoli nel 1781; dapprima ebbe sede in Cattedrale, poi passò in S. Chiara» [10]. Altrove, aggiunge che Mons. Giovanni Saverio De Leone, con decreto del 29 gennaio 1723, «istituì in Cattedrale la Confraternita dell’Addolorata affiliandola al sodalizio che sotto questo nome fioriva alle dipendenze dei Servi di Maria» [11].

Nel terzo volume della sua opera, Mattei segnala anche dell’Arciconfraternita dei Santi Nicandro e Pietro Celestino. Tale pio sodalizio «fu l’ultimo in ordine di fondazione, perché venne approvato a livello civile con regio decreto del 3 gennaio 1838», ed «ebbe due sedi: la chiesa ex monasteriale di S. Pietro Celestino e quella ex conventuale di S. Francesco» [12].

Notizie sulle Confraternite isernine si leggono anche nell’annuario del 1987 della Diocesi di Isernia-Venafro [13], laddove si segnalano: la «Rettoria di S. Chiara, [...] sede della Confraternita del Ss.mo Sacramento»; la chiesa di «S. Francesco d’Assisi [...] sede della Confraternita di S. Maria del Suffragio»; la «Chiesa di S. Antonio di Padova [...] sede dell’omonima Confraternita».

Nello stesso annuario si accenna anche alla «Confraternita di S. Domenico» (vale a dire la Confraternita del Santissimo Rosario) che aveva sede nella «chiesa di Santa Croce (comunemente detta di S. Domenico) distrutta nel bombardamento del 10 settembre 1943», e si ricorda pure la «chiesa di S. Pietro Celestino [...], eretta nel 1623», che nel XIX secolo «diventò sede dell’Arciconfraternita di S. Nicandro e S. Pietro Celestino». 


Note

[1] La loro denominazione fu varia nei secoli e nelle diverse aree geografiche. I nomi più frequenti furono frateria, fraternitas, confraternitas, consortia, sodalitium, gilda. Sono comunemente usati quali sinonimi congregazione e congrega. Esiste, inoltre, la designazione di arciconfraternita.

[2] Giambattista Masciotta, scrivendo della chiesa dell’Immacolata Concezione, ricorda la figura di Pietro da Morrone che «fondò una Congrega dell’Ordine Celestino nel 1289» (analoga notizia Masciotta la dà a p. 317). Poi, trattando della Chiesa di Santa Chiara, menziona la «Confraternita laicale del SS. Sacramento»; quindi, riassume le rendite delle Confraternite di Sant’Antonio, del Rosario e del Suffragio, segnalando anche le rendite d’una Congregazione di carità (G. Masciotta, Il Molise dalle origine ai nostri giorni, vol. III, Il Circondario d’Isernia, Arti Grafiche Ditta E. Di Mauro, Cava dei Tirreni 1952, pp. 298 e 306).

[3] Vincenzo Fagiolo, Le Confraternite. Le Confraternite nella missione e nella normativa della Chiesa, I Quaderni della Fraterna, Edizioni Enne, Campobasso 1996, pp. 91 e ss.

[4] La monografia di Jadopi risale al 1858; la prima parte venne pubblicata nel Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato da Filippo Cirelli; la seconda restò inedita. Recentemente, l’intera monografia (parte edita e parte inedita) è stata pubblicata a cura di Fernando Cefalogli (Stefano Jadopi, Isernia, Iannone, Isernia 2009).

[5] Riferimenti a questa Confraternita sono anche in Giovanni Gnolfo, Isernia Mariana, Scuola Tipografica Salesiana, Bari 1955, pp. 29 e 31.

[6] Un accenno a tale Confraternita è nel volume di Giovanni Gnolfo, Isernia Mariana, cit., pp. 24 e 40.

[7] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, 3 voll., Athena Mediterranea, Napoli 1978, vol. II, p. 461.

[8] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, cit., vol. II, p. 461: «Quattro adunque – scrive Mattei – erano le Confraternite allora esistenti: Corpo di Cristo, S. Antonio, Rosario e Purgatorio».

[9] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, cit., vol. II, p. 461.

[10] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, cit., vol. II, p. 461.

[11] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, cit., vol. II, p. 412.

[12] Antonio M. Mattei, Storia d’Isernia, cit., vol. III, p. 373.

[13] La Diocesi di Isernia-Venafro nel 1987, a cura di Primo Elisei, Tipografia Pontone, Cassino s.a. [1987], pp. 80, 81, 148 e 154.